PLP Lombardia e Regolamento di Verona: le associazioni professionali, animaliste e veterinarie esprimono forte preoccupazione e disagio
Le associazioni ENPA, HUB Professioni Cinofile (AIECI, APNEC, APNOCS, FICSS Professional) e V.I.V.A. – Veterinari Italiani contro la Violenza sugli Animali, esprimono forte preoccupazione e disagio in merito alla Proposta di Legge Parlamentare (PLP) – attualmente approvata dalla Regione Lombardia per la trasmissione alle Camere secondo specifico iter per l’eventuale approvazione- e al Regolamento Comunale per la Tutela degli Animali recentemente approvato dal Comune di Verona.
I punti critici principali riguardano:
- Le cosiddette “save list” o “liste di cani speciali”, non supportate da evidenze scientifiche sulle morsicature effettivamente attribuibili alle razze indicate. In medicina comportamentale e negli interventi educativi e di modificazione comportamentali, si valuta sempre l’individuo nella sua unicità e nel suo contesto familiare e sociale. Simili classificazioni rischiano di alimentare dinamiche discriminatorie, generare allarmismo ingiustificato e incentivare l’abbandono, con gravi ricadute sui canili e sulla spesa pubblica.
- L’assenza di riferimenti a professionisti qualificati, quali i medici veterinari esperti in comportamento animale (MVECA) e gli esperti cinofili in area comportamentale (EsCAC), figure essenziali per prevenire e trattare i sintomi riferibili a patologie comportamentali e problematiche relazionali e comportamentali in modo competente e attraverso azioni sinergiche.
- L’impiego improprio di test cinotecnici nati per altri scopi, non adatti a valutare l’equilibrio emozionale, le competenze sociali e comunicative del cane nelle dinamiche quotidiane. È inoltre fondamentale che la valutazione coinvolga tutti i membri del nucleo familiare per garantire l’effettiva comprensione delle dinami che relazionali interspecifiche.
- L’obbligatorietà di percorsi generici come il “patentino”, senza l’impiego di protocolli multidisciplinari già collaudati, che garantirebbero una reale tutela del benessere del cane, della sicurezza familiare e dell’intero contesto sociale.
- L’assenza di una campagna informativa sistemica sulla prevenzione delle aggressioni, che includa anche le professioni sanitarie umane in ottica one health (medici di base, pediatri, medici ginecologi, ostetrici, psicologi) e gli operatori socio-assistenziali.
- L’attribuzione di ruoli e competenze a soggetti non qualificati, in contrasto con l’esistenza di professionisti formati secondo criteri riconosciuti dalle normative nazionali.
- Il mancato recepimento delle osservazioni espresse nelle audizioni istituzionali presso la Regione Lombardia da parte dei Medici Veterinari, Associazioni animaliste e Associazioni professionali cinofile, che avevano espresso critiche e proposte circostanziate, purtroppo rimaste inascoltate.
Le associazioni firmatarie sottolineano l’esistenza di associazioni professionali iscritte al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MiMIT), costituite ai sensi della Legge 4/2013, che tutelano e rappresentano professionisti cinofili formati, aggiornati e certificati. Tali figure operano secondo principi deontologici chiari, protocolli tecnici validati e in piena sinergia con i medici veterinari, rappresentando un presidio competente per la sicurezza, la prevenzione e il benessere animale.
Ignorare queste realtà significa non solo disconoscere un intero sistema professionale, ma anche allontanarsi dagli orientamenti indicati nel nuovo Regolamento Europeo sul benessere di cani e gatti e loro tracciabilità*, che valorizza la multidisciplinarietà, la formazione specialistica e l’approccio centrato sull’individuo, animale e umano, in ottica one health/one welfare